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40 film da vedere questo autunno

Jun 25, 2023Jun 25, 2023

Con la stagione cinematografica estiva ormai agli sgoccioli, la stagione cinematografica autunnale è alle porte e mentre ci aspettiamo che una manciata di date di uscita cambino mentre scrittori e attori lottano per ciò che meritano, è tempo di guardare cosa c'è all'orizzonte. Come facciamo ogni anno, dopo aver evidenziato i migliori film offerti finora, abbiamo deciso di fornire una panoramica dei titoli che dovrebbero essere sul vostro radar.

Con 40 film, l'anteprima di seguito include sia il meglio che abbiamo già visto (con recensioni complete ove disponibili) sia gli anticipati con date di uscita (per lo più) confermate nei prossimi quattro mesi. Una buona quantità sarà presentata in anteprima nelle prossime settimane a Telluride, Venezia, TIFF e NYFF, quindi controlla le nostre recensioni. Le date seguenti si riferiscono alle uscite cinematografiche, salvo diversa indicazione.

Astrakan (David Depesseville; 1 settembre)

La pelliccia di Astrakan è unica: scura, bella e strappata esclusivamente da agnelli appena nati, anche quelli uccisi nel grembo della madre. (Stella McCarthy una volta disse che è come indossare un feto.) Quella spietatezza: un senso di innocenza perduta; il sacrificio di sangue è profondo in Astrakan, un nuovo film francese e uno dei migliori di Locarno quest'anno; e se quel titolo non è sufficiente a far riflettere, lo farà molto altro negli scambi di apertura. Il primo atto è un corteo di bandiere, rosse e finte: in apertura il protagonista, Samuel, pungola leggermente un serpente nel rettilario di uno zoo; pochi istanti dopo un coniglio viene appeso e scuoiato nella sua cucina con tutta la cerimonia di un bollitore bollito; la cosa più nauseante di tutte è vedere un ragazzo più grande che cammina verso la casa cullando delle bacche nella maglietta, quel tanto che basta per lasciare sorprendentemente visibili il bordo della sua biancheria intima e il suo ombelico. – Rory O. (recensione completa)

Perpetrator (Jennifer Reeder; 1 settembre nei cinema e in Shudder)

Proprio quando pensavi che cineasti e creatori avessero esaurito tutto ciò che valeva la pena dire nelle commedie e nei thriller ambientati nelle scuole superiori americane, arriva Jennifer Reeder, indipendente con sede a Chicago, che sembra devota a questo sottogenere come per un giuramento monastico. Il film sulle scuole superiori – con il suo classico immaginario di atleti, armadietti e perdenti – sembra aver attraversato tre cicli principali negli anni '80, '90 e '00, e nonostante la sua assoluta specificità per il Il sistema educativo statunitense si è trovato stranamente comprensibile e traducibile in molte culture diverse. Con Ghost World una notevole eccezione, non è mai stato sentito particolarmente femminista, il che è ciò che rende la prospettiva di Reeder fresca e nuova. – David K. (recensione completa)

Marcire al sole (Sebastián Silva;8 settembre)

Dall'uso esilarante dei montaggi sui social media alla borsa bianca Telfar oversize che sembra quasi inghiottire uno dei suoi personaggi per intero, Rotting in the Sun di Sebastián Silva è il tipo di film che sarebbe meglio servito da una recensione composta interamente da emoji. E lo intendo come il più grande dei complimenti. Non c'è un singolo fotogramma nel film che non sia stato meticolosamente curato per raggiungere ciò che i social media cercano di fare: creare una visione di unicità assaporando la mondanità fabbricata. Il fatto che Silva riesca sia a criticare l'uso eccessivo di personaggi online (in particolare nel mondo gay bianco) sia a diventare un pezzo pensato per essere meme e TikTok nell'oblio è davvero notevole. – Jose S. (recensione completa)

La bellezza invisibile (Bethann Hardison, Frédéric Tcheng;15 settembre)

Ad ogni passo che ha fatto sulla passerella, Bethann Hardison ha aperto nuovi orizzonti. Lo ha fatto mentre si pavoneggiava con le gonne a trapezio di Chester Weinberg attraverso gli showroom privati ​​del distretto dell'abbigliamento di Manhattan, dove i clienti credevano che fosse "fuori linea". Lo fece mentre abbagliava il pubblico a Versailles nel 1973, dove mostrò agli europei che le ragazze di colore portavano personalità sulla passerella e non erano semplici attaccapanni umani. Lo ha fatto con ferocia, con aria di sfida e, come mostrato nel documentario Invisible Beauty, lo ha fatto senza nemmeno pianificarlo. – Jose S. (recensione completa)